Di chi ha decretato la condanna a morte dell’Iraq: Saddam Hussein

Paese un tempo florido e al centro di un grande impero, l’Iraq ha poi subito, dagli anni 90 in avanti, un destino diverso, sotto le direttive della comunità internazionale nel suo complesso intesa.

Anche se c’è molto da dire rispetto a come il Paese sia finito in una tale spiacevole situazione, non si può non parlare di chi riuscì a mettersi contro i più grandi Stati del mondo senza aver cura delle conseguenze che questo avrebbe potuto avere sulla popolazione: Saddam Hussein.

I primi anni e l’ascesa al potere

Ṣaddām Ḥusayn nacque nell’aprile 1937 a Tikrīt, città irachena a 140 km a nord ovest di Baghdad, la capitale dell’Iraq. Rimasto presto orfano di padre, fu cresciuto da uno zio, fratello della madre; nel 1955 il giovane Ṣaddām si trasferì a Baghdad per intraprendere gli studi. Lì si avvicino ben presto alla politica, diventando membro del partito al-Ba̔ṯ, di ispirazione laicista e panarabista; i suoi legami politici lo videro tuttavia coinvolto nel tentativo di assassinio del generale Abd al-Karīm Qāsim, il quale aveva l’anno precedente architettato il colpo di Stato volto a rovesciare il re Faiṣal ii. Tali avvenimenti lo costrinsero a lasciare il Paese, rifugiandosi dapprima in Siria, poi in Egitto, dove continuò gli studi superiori. Una volta tornato nel suo Paese, nel 1963, venne imprigionato, ma riuscì ad evadere dalla prigione nel 1967; da allora, divenne uno dei membri più esponenti del suo partito.

Il consolidamento del potere, le persecuzioni e la guerra contro l’Iran

A seguito del colpo di Stato del 1968, che vide arrivare al potere un parente di Ṣaddām al potere, il giovane assunse ruoli militari di grande pregio, arrivando ad essere nominato generale dell’esercito, fino a quando sostituì de facto Aḥmad Ḥasan al-Bakr, troppo vecchio per tenere le redini del governo. Nei primi anni Ṣaddām intraprese importanti riforme per la modernizzazione del Paese, sia in ambito economico sia in quello sociale.

A ciò tuttavia si accostò anche la cruda repressione contro la consistente minoranza sciita del Paese (essendo Ṣaddām di credo sunnita) e contro i curdi. L’accanimento contro gli sciiti, al potere in Iran dopo la Rivoluzione islamica, fu portato all’estremo, fino a quando, nel 1980, scoppiò una guerra che tenne impegnati i due Paesi per otto lunghi anni e che provocò devastazioni atroci. In particolare, durante il conflitto Ṣaddām fece largo utilizzo di armi tossiche, anche contro la minoranza curda e la popolazione civile, che subì a causa della guerra gravissime conseguenze.

Le recrudescenze, la Guerra del Golfo e la fine di Saddam

Per poter continuare la guerra, infatti, Ṣaddām ricevette ingenti aiuti dai Paesi occidentali, primo fra tutti gli Stati Uniti, acerrimi nemici degli iraniani, ma anche da diversi Stati arabi, tra cui il Kuwait. La richiesta di cancellare il debito con quest’ultimo non venne tuttavia accettata dai kuwaitiani; questo, alla lunga, fu tra le cause che portarono allo scoppio della cosiddetta Guerra del Golfo, il conflitto tra Iraq e Kuwait aspramente condannato dalla Lega Araba e dalle Nazioni Unite. Queste ultime imposero pesanti sanzioni di natura economica sul Paese, che ebbero disastrosi effetti sulla popolazione civile. Nonostante l’intervento di una coalizione a guida statunitense riuscì ad aver ragione degli iracheni, Ṣaddām rimase al potere, pressato dalle accuse di sviluppare armi di distruzione di massa.

Le cose cambiarono dopo l’11 settembre 2001, data dell’attacco al World Trade Center newyorchese, per cui l’Iraq venne ritenuto in larga parte responsabile assieme a diversi altri rough States. Da lì nacque l’idea, poi messa in pratica, di invadere il Paese nel marzo 2003, cui effettivamente l’esercito iracheno fece poca resistenza. Di lì a poco, peraltro, nel dicembre dello stesso anno, Ṣaddām venne catturato e, dopo un processo che lo condannò in via definitiva di crimini contro l’umanità, giustiziato il 30 dicembre 2006.

Fonti consultate

C. Lo Muzio, Ḥusayn, Ṣaddām, Treccani, 2007, https://www.treccani.it/enciclopedia/saddam-husayn_%28Enciclopedia-Italiana%29/, ultimo accesso 4 febbraio 2023

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