Tanta nostalgia degli anni ’90, quando il mondo era l’arca e noi eravamo Noè …

Come spiegare un’epoca a chi non l’ha vissuta? Come raccontare alle nuove generazioni la sensazione di nostalgia che il ricordo di un periodo storico può suscitare? 

Oggi chiunque, grazie ad internet, può fare ricerche e scoprire cosa andava di moda, che musica si ascoltava, come ci si vestiva, e gli eventi storici che hanno segnato il decennio del secolo scorso. Ma  conoscere le speranze e le paure può farlo solo chi c’era. È un po’ come quando si chiede a persone  appartenenti a diverse generazioni  quale sia il periodo più bello della propria esistenza. Quasi tutti risponderanno dicendo infanzia o gioventù.  

Un esempio fresco fresco di questo effetto nostalgia che – presto o tardi – ci attanaglia tutti, è stata una recente partecipazione di Ambra Angiolini ad X Factor. Esibendosi con T’appartengo –  suo celebre cavallo di battaglia – ha scatenato uno tsunami emotivo in tutti coloro che sono stati adolescenti nella decade fra il 1990 ed il 1999. In quell’istante, la canzone della star di Non è la Rai è diventata il simbolo di un’epoca. Siamo tutti ritornati ai tempi del Cioè, dei Nirvana, di Beverly Hills 90210, del Tamagotchi, di MTV, delle dr. Martens, dei jeans Levi’s indossati a ritmo della Boombastic di Shaggy, di Sailor Moon e del film Titanic.

Ambra Angiolini si esibisce in T’appartengo nella finale di X Factor del 10 dicembre 2022

Gli anni ’90, nell’immaginario collettivo, sono un’epoca mitica per tutti. Ma cosa li ha resi tali? E soprattutto, lo erano davvero?

Gli Articolo 31 nel pezzo 2030 cantavano: Tanta nostalgia degli anni ’90, quando il mondo era l’arca e noi eravamo Noè, era difficile, ma possibile. Non si sapeva dove e come, ma si sapeva ancora perché.

Forse perché gli anni ’90 sono stati un decennio di progresso e innovazioni tecnologiche: una luce in fondo al tunnel. Quasi come il boom economico e il benessere degli anni ‘50 -’60. 

Gli anni ’80 si conclusero con un evento storico importantissimo, preludio e spartiacque fra due epoche: la caduta del muro di Berlino. Al 1989 seguirono una serie di eventi fondamentali: le dimissioni di Margaret Thatcher, la fine dell’URSS, la nascita dell’Unione Europea e l’abbattimento delle barriere economiche fra gli stati europei. Il decennio post Guerra Fredda, a cui diedero vita, avrebbe  cambiato per sempre l’assetto europeo.  

Caduta muro di Berlino, 1989

Se questo mutava, anche gli Stati Uniti – e quindi tutto l’Occidente e il mondo –  non erano da meno. L’elezione di Bill Clinton, primo presidente democratico, dopo ben dodici anni, era riuscita a porre fine alle politiche liberiste e imperialiste volute da Reagan e Bush Sr.  e a dar vita allo sdoganamento – in Europa e negli USA – del neoliberismo democratico. Tutto il decennio, dunque,  ha favorito una maggiore attenzione al  multiculturalismo, al progresso della libertà individuali e di stampa (con la nascita dei media alternativi), ma soprattutto all’aumento del  commercio internazionale, grazie all’approvazione dell’Accordo di libero scambio nordamericano (NAFTA) del ‘94 e alla formazione dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) nel  ‘95.   

Tutto questo influì enormemente  anche sulla cultura musicale con l’affermazione di  generi come grunge, eurodance  e hip-hop, che spopolarono tra i giovani di tutto il mondo grazie soprattutto alla diffusione della tv via cavo e alla nascita di internet.  I grandi  progressi nella tecnologia informatica sono stati il motore pulsante di quest’epoca: nel ‘91 il CERN annunciò la nascita del  World Wide Web (con la conseguente nascita  dell’ e-mail, delle chat room  e dei motori di ricerca) e, quasi in contemporanea,  avvenne l’evoluzione del microprocessore Pentium.

Esplose anche l’industria dei videogames, soprattutto grazie alla nascita della grafica 3D e del CD-ROM, e si affermarono famosissime console come la Playstation, capace di competere sul mercato con grandi colossi come quelli della  musica e del cinema.  

In questi anni, la scienza fece enormi passi in avanti, come i primi studi di terapia genica, la prima clonazione e  il progetto sul  genoma umano. Mentre, sul fronte ambientale si inizia a parlare di regolarizzazione dell’uso del carbonio nelle imprese, di lotta agli inquinanti organici persistenti e  nel ’97 – con gli accordi del Protocollo di Kyoto – di salvaguardia ambientale e la lotta al surriscaldamento globale.

La pecora Dolly, il primo animale clonato

Il neoliberismo democratico (e la convinzione che fosse la massima ambizione politica della società) e la fine della Guerra Fredda avevano portato al consolidamento del potere economico e politico in quasi tutto il mondo, ad una maggiore attenzione ai diritti civili in diversi Paesi e – grazie alla continua mobilitazione di capitali nei mercati mondiali – alla prosperità economica e ad un conseguente aumento nel  numero della popolazione mondiale. 

Questo periodo storico, suggellato da grandi progressi –  come la realizzazione di un canale sotto la Manica e la missione Pathfinder su Marte –  però, non è stato tutto rose e fiori.  Ha anzi anticipato di fatto quelli che sarebbero stati i mali del nuovo millennio. 

Ovviamente, l’Italia non fu dispensata dai grandi stravolgimenti che mutarono il mondo di quegli anni: crollarono storici partiti come la DC e  il PSI e – con l’avvento dell’inchiesta Mani Pulite – finì l’esperienza della Prima Repubblica. Ma anche – e soprattutto – questi furono gli anni maledetti delle stragi di Capaci e di via d’Amelio e dell’esordio politico del burattinaio dell’ultimo trentennio Silvio Berlusconi.

Cosa resta di quei mitici Novanta?

Certo, non sono stati perfetti. A ben rifletterci, a sancire il definitivo crollo dell’illusione è stato l’attentato al World Trade Center dell’11 settembre 2001.

Li rimpiangiamo tanto perché, in fondo, ci donavano un senso di speranza, stabilità e ottimismo verso il futuro di cui, soprattutto oggi, avremmo enormemente bisogno.

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