Paula Rego: l’arte e il femminismo

Pochi mesi or sono, l’8 giugno del 2022, all’età di 87 anni, è venuta a mancare un’artista, purtroppo, troppo poco conosciuta, Paula Rego. Pittrice fuori dal coro, attivista per i diritti civili, femminista appassionata, Paula Rego è stata, forse, la più  grande artista portoghese del XX secolo, una delle principali esponenti del Collettivo inglese The London Group e l’unica donna del famoso movimento artistico denominato School of London.  Modello di ispirazione per tante artiste – desiderose  di emergere in un mondo ancora prettamente maschile come quello della pittura –  la Rego, ha narrato, attraverso la sua arte, l’intero universo femminile, senza lesinare allo spettatore gli aspetti più crudi di esso quali il sessismo, l’abuso, l’aborto e la violenza.  Per questo, tutta la sua opera è pregna di temi politici e sociali, senso di ribellione e di conquista dei diritti delle donne, seppur a primo acchito, intrisa di atmosfere fuorvianti e  fiabesche.

La Rego è stata una donna  coraggiosa, antesignana di tante lotte civili ancora controverse e dibattute, come quella per il diritto all’aborto legalizzato. In occasione della festa della donna ho deciso di ricordarla e celebrarla, con la speranza che tante altre donne ed artiste la prendano come esempio di libero pensiero ed emancipazione femminile. Conosciamola insieme!

Biografia

Maria Paula Figueiroa Rego nasce a Lisbona il 26 gennaio del 1935 e trascorre la sua infanzia e adolescenza in Portogallo, tra le cittadine di Estoril, Linha ed Ericeira. È Soprattutto ad  Ericeira – dove si trova la fattoria di famiglia – che si svolge la parte più importante della sua gioventù, in compagnia dei nonni paterni. Nel 1936, infatti, il padre di Paula – antifascista ed ingegnere della Marconi Company  –  fu costretto a trasferirsi con la moglie nel Regno Unito, affidando la piccola Paula alle cure dei nonni.  La vicinanza dei nonni è stata, quindi, fondamentale nella vita della Rego. Da essi, non solo ha appreso le fiabe popolari che hanno influenzato tutta la sua produzione artistica, ma anche quella propensione al libero pensiero ed alla fantasia che l’hanno accompagnata per tutta la sua esistenza. Gli anni dal 1945 al 1951, sono poi segnati  anche dalla frequentazione di Paula dell’unica scuola di lingua inglese nel distretto di Lisbona, la Scuola di San Giuliano a Carcavelos. La scuola, di fede anglicana (una delle poche in un paese fortemente cattolico), è stata infatti  importantissima per la formazione della giovane, contribuendo a formare quella profonda sensibilità e aperta mentalità priva di pregiudizio che ritroviamo nelle sue opere a sostegno dei diritti civili.

Paula-Rego ritratta dal fotografo Kenton Thatcer

All’età di 16 anni, Paula è però costretta ad abbandonare l’amato Portogallo e a raggiungere i genitori in Inghilterra. Il clima politico portoghese era infatti diventato troppo pericoloso ed opprimente a causa della dittatura di António de Oliveira Salazar. Giunge così in Gran Bretagna nel 1951 e decide di studiare Belle Arti, prima nel Kent alla The Groove School, poi alla Chelsea School of Art di Londra ed infine, alla Slade School of Art dal 1952 al 1956. In questi anni, Paula incontra il suo futuro marito, Victor Willing, con il quale, nel 1957, decide di tornare in terra natia  – continuando a viaggiare costantemente tra Portogallo e Gran Bretagna –  fin quando, nel 1974, la Rivoluzione dei Garofani causa il crollo economico della sua famiglia e la costringe a tornare definitivamente a Londra. Nella capitale inglese, dagli anni ’50 in poi, entra a far parte del collettivo artistico The London Group, storico rivale della Royal Academy of Arts e corrispettivo inglese del parigino Salon des Indépendants. È, inoltre, l’unica donna ad appartenere alla The London School, movimento artistico fondato da R.B. Kitaj e frequentato da artisti di gran fama come Francis Bacon e Lucian Freud. La The London  School è un’altra delle tappe fondamentali nella  formazione artistica della Rego. È qui, infatti, che Paula forma la sua idea di arte, decisa a raffigurare il senso dell’esistenza, con annesse le fragilità dell’animo umano.

Paula Rego ritratta nel suo studio di Londra da Nick Willing nel 2021

Grazie alla partecipazione alla Scuola di Londra, Paula conosce, inoltre, David Hockney ed è grazie a lui che espone per la prima volta nel 1962 con il The London Group. Ha inizio così la sua lunga carriera artistica, costellata da tante mostre e successi internazionali. Nel 1969 rappresenta il Portogallo alla Biennale di San Paolo, negli anni ‘70 tiene numerose personali in diverse città del Portogallo e della Gran Bretagna, mentre nel 1981 avviene la sua prima grande retrospettiva alla AIR Gallery di Londra.  Seguono poi  diverse mostre alla Serpentine Gallery nel 1988, alla Marlborough Fine Art e alla Saatchi Gallery nel 1994, alla Tate Liverpool nel 1997,alla Dulwich Picture Gallery nel 1998, alla Tate Britain nel 2005, al Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia di Madrid nel 2007 ed, infine,  al National Museum of Women in the Arts di Washington nel 2008. Fra i riconoscimenti più importanti va sicuro ricordato che è stata la prima artist-in-residence alla National Gallery di Londra, un membro della Royal Academy of Arts, nonché Dama Comandante dell’Ordine dell’Impero Britannico. È  stata, inoltre,  protagonista di diversi programmi televisivi e Biopic, come The Southbank Show  ed  il documentario della BBC Paula Rego, Secrets & Stories, diretto dal figlio Nick Willing e premiato al Royal Television Award  nel 2018.

La Tate Britain di Londra, infine, le ha dedicato  la sua  più grande retrospettiva nel 2021 con un percorso che ha ricoperto tutta la sua carriera, dagli anni Cinquanta alle produzioni più recenti.

Un brutto male l’ha portata via da questa terra l’8 giugno del 2022. L’artista era fra le protagoniste più attese della  mostra The milk of dreams alla 59° Biennale Arte di Venezia.

Installazione di Paula Rego alla 59° Biennale di Venezia, The Milk of Dreams, 2022

Arte e Opere

 Paula Rego è stata una pittrice portoghese di calibro internazionale, una delle artiste più interessanti del panorama artistico internazionale, una delle più straordinarie artiste inglesi e membro chiave del The London Group.  Empatica e sensibile, eclettica nello stile e nella tecnica (collage, pastelli, acrilici, acquerelli, incisioni, stampe e sculture), ha reinterpretato la realtà, mettendo in scena la commedia della vita con i suoi vizi, le sue passioni e le sue brutture. Ammantata apparentemente di fiaba e di sogno, l’opera figurativa di Paula Rego, non ha compromessi, né peli sulla lingua. Dalle sperimentazioni astrattiste degli anni Sessanta, agli esiti fortemente figurativi dell’ultimo decennio del secolo scorso, infatti,  il suo corpus di opere denota  non solo un certo impegno politico, ma anche momenti fortemente introspettivi. La realtà che ella rappresenta è cruda ed obbliga lo spettatore a confrontarcisi direttamente, sia che tratti dei rapporti umani, sia che affronti  le dinamiche di potere sia se le tematiche trattate sono sociali, sessuali ed emotive. La sua pittura della Rego naïve e visionaria, avendo come riferimenti Goya, Velasquez, Rodin, Gauguin, Bosch, Brueghel, De Chirico e Crivelli. Si ispira alle fiabe, ai canti popolari portoghesi e alla letteratura nazionale ed inglese, pur essendo fortemente intellettuale, politicamente impegnata e pungente. I suoi dipinti sono crudi e viscerali, come anche i colori. Profondamente femminista, femministi sono anche i suoi intenti e le sue tematiche. Ma, profondamente influenzata dalla storia del Portogallo, non ha mancato a farsi portavoce di una critica radicale al regime di Salazar, come nella serie Salazar Vomiting the Homeland, del 1960.Né mancano opere in cui dalle nefandezze commesse dall’umanità, passa a tematiche più allegre come quelle delle sue tele dedicate alla musica, alle danze e alle feste popolari.

Paula Rego, Salazar Vomiting the Homeland, 1960, Calouste Gulbenkian Museum, Lisbon
Paula Rego, The Dance, 1988, Tate Museum, London

Temi principali delle sue opere sono: le lotte per i diritti civili,  la critica sociale, la critica ai tabù sessuali, la difesa delle donne povere senza accesso alle cure mediche, gli stupri, le violenze, gli abusi con la sopravvivenza del mondo della fanciullezza compromessa ed il libero arbitrio femminile. Come dimenticare le serie Dog Woman del 1994, in cui  rappresenta  donne che si comportano come cani e si contorcono in pose sensuali come in Sleeper, in cui  una donna distesa su un pavimento e su di una giacca maschile, ha a fianco un piatto insinuando nello spettatore il dubbio che il piatto sia per lei sinonimo di castigo da parte di un uomo o simbolo di nutrimento e accudimento. Vi sono poi  la serie Oratório (2008–2009), in cui in un repertorio di immagini sono raccontate storie di seduzione, stupro e infanticidio, la serie Abortion del 1998/99 (che pare abbia influenzato positivamente il referendum sulla legalizzazione dell’aborto in Portogallo nel 2007) e Female genital mutilation (2008/09) sulle mutilazioni genitali femminili.  

Per arrivare, infine alla sua serie più recente, Seven Deadly Sins (2019), in cui la Rego riscopre l’interesse per le bambole di pezza come forma di scultura, rendendo  tridimensionale il suo amore  per le storie e le fiabe.

Paula Rego, Sleeper, 1994, Private Collection-® Paula Rego, Courtesy Marlborough Fine Art
Paula Rego, Oratòrio, 2008-2009
Paula Rego, Untitled No.1, dalla serie Abortion, 1998
Paula Redo, Night Bride, dalla serie female genital mutilation, 2009
Paula Rego, Gluttony, dalla serie Seven Deadly Sins, 2019, foto di Riccardo Bianchini

Paula Rego ha dichiarato: “ Raffiguro le donne così come sono […] Cerco di ottenere giustizia per le donne… almeno nelle immagini…”.

Io credo sia riuscita benissimo nel suo intento e so che mancherà tantissimo al mondo dell’arte e non solo.

Fonti consultate :

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