Pandora liberata

*in copertina una vignetta politico-satirica – Currier & Ives (1869), Museo della città di New York attraverso il New York Times.


Vi racconto una storia. Una storia molto conosciuta, in verità.

La storia di Pandora, insieme all’idea che gli antichi Greci possedevano delle differenze di genere, viene raccontata da Esiodo – poeta cantore dell’VIII sec. a.C. Nella Teogonia, il poeta greco racconta della nascita della prima donna – Pandora, appunto – e di come Zeus per PUNIRE gli uomini di una colpa commessa da Prometeo, l’abbia mandata sulla terra ad infelicitarli.

Pandora, Thomas Kennington (1908)

La colpa di Prometeo era quella di aver sottratto il fuoco alle divinità e averne fatto dono agli uomini. Non era sufficiente punire il generoso Prometeo – che sappiamo fu condannato ad un supplizio eterno, per mano di Kratos e Bia e blablabla -, ma bisognava rimettere gli uomini al loro posto. 

Pandora, di fatto, era un prodotto artigianale – composta da una mixtura di acqua e terra. A differenza di Eva nella tradizione biblica, Pandora non era un’alternativa all’uomo, ma un dispositivo creato da Efesto ex novo. Per di più, ognuno degli dèi l’aveva omaggiata d’un dono – da qui, il suo nome pan, tutto e doron, dono – per renderla meravigliosa, ma tremenda. Kalon kakon come dirà Esiodo stesso: un male talmente meraviglioso da divenire dolos amechanos, un inganno da cui non si scappa. 

Non finisce qui, anche la donna greca come quella biblica si macchia di una colpa, più o meno della stessa natura. Entrambe danno il via libera al male al peccato alla depravazione. 

Ma c’è una domanda che tutti ci stiamo facendo: com’è giunto il famoso vaso nelle mani di Pandora? 

Tra i numerosi doni che la donna riceve dagli dèi ingannatori vi sono una serie di cosucce niente male: Afrodite, per esempio, oltre a farle dono di un aspetto pieno di grazia e beltà, le regala anche pothos argaleos, il desiderio struggente; ma non è la sola, Ermes non volendo sfigurare, porta sul piatto kyneos noos, epiklopon ethos e pseudea – rispettivamente mente sfacciata, indole ambigua e menzogna. E volete forse che il fratello di Prometeo – tale Epimeteo -, certo non dotato di brillante ingegno, non sia caduto nella trappola divina? 

Epimeteo, certo, non brillava per arguzia: la sua natura improvvida lo guida nella scelta di prendere in casa con sè questo dispositivo del male impacchettato dagli dèi. Quando la donna arriva nella dimora dello sciagurato, le vengono fatte tutte le dovute raccomandazioni: mai per nessun motivo – le si dice – devi aprire quel vaso lì

Le ultime parole famose. Ma famose, davvero.

Il vaso di Pandora, René Magritte (1951)

Quello che succede dopo lo sappiamo: tutte le disgrazie possibili vengono fuori, Pandora si rende conto della gran boiata che ha fatto e richiude subito. Troppo tardi – l’unica cosa rimasta nel fondo del vaso è elpis, la speranza. 

Il valore simbolico di questo racconto mi pare piuttosto chiaro: per i Greci, Pandora rappresentava l’incomprensibile alterità femminile. Tanto impenetrabile da essere equiparata alla morte – tant’è vero che alcune delle figure associate alla morte sono femminili, come ad esempio Persefone, Ecate, le Sirene

Come è possibile vedere chiaramente, la civiltà greca insieme alla democrazia, al teatro e ad altri enormi lasciti culturali, ci ha resi anche eredi diretti di una codificazione della differenza di genere, tradotta nell’idea di inferiorità del genere femminile, che ha avuto ed ha conseguenze discriminatorie fino al giorno attuale.

Vi lascio quest’oggi con una suggestione, proveniente da una splendida poesia della poeta (e femminista) Bianca Maria Frabotta, dal titolo Per Elide:

Ammaina i crespi capelli che sbandieravi rettamente
quasi che la sconfitta fosse una vittoria
ansiosa di intimidire lo scirocco che dalle
bocche di Bonifacio veniva a dar senso al tuo passo.
Se pure eri zitella, zia delle tue altere masturbazioni
e di tue belle nipoti
ti maritasti infine nel tuffo che ti gonfiò le vesti
al selciato scrupoloso della strada.
Nelle chiese hanno pregato rituali di pioggia
ed ora piove un diluvio di gocciole
che ci invade senza traccia di santità.

Numerosi gli spunti di discussione su zirmazine, questa settimana. Seguiteci con passione.

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