La Rivoluzione della Gentilezza

Nel XVII sec. il poeta inglese John Donne  – nella sua famosa poesia Nessun uomo è un’isola –  sosteneva che nessun essere umano è completo in sé stesso  ed,  in quanto parte dell’umanità,  ha bisogno ed  è strettamente connesso  a tutti gli altri uomini. Ma cosa unisce  o avvicina di più  un essere umano ad un altro? Sicuramente un linguaggio universale come  la Gentilezza! E questo pare essere stato recentemente compreso  da molte nazioni del nostro globo terracqueo.

Il 13 novembre del  1997, infatti, a Tokyo, durante una conferenza del World Kindness  Movement (Movimento mondiale della Gentilezza),  venne firmata la Dichiarazione della Gentilezza: carta con cui i 27 paesi membri si impegnavano a sensibilizzare l’opinione pubblica sul proprio movimento, condividere e promuovere programmi di gentilezza in diversi paesi ed ampliare l’adesione internazionale, in modo tale da stimolare la collaborazione e la fratellanza fra i popoli. L’obiettivo del movimento – diventato una vera e propria ONG nel 2019 – era quello di far comprendere quanto un gesto, un dono e  una parola gentile e disinteressata verso un altro essere umano, verso un animale o verso la natura  siano importanti per il progresso dell’umanità stessa.

In onore di quella giornata, dal 1998, ogni 13 novembre fu istituita, dunque, una giornata mondiale della gentilezza (World Kindness Day),  in cui non solo si celebrano la cortesia e l’altruismo disinteressato, ma si pongono i riflettori su valori importanti quali solidarietà, inclusione, empatia  ed umanità e su come educare ed allenare ad essi il proprio operato  sia individuale che collettivo.

Da allora, sono tante le nazioni che ogni anno celebrano tale ricorrenza  con festeggiamenti,  iniziative nelle scuole,  concerti, abbracci di massa, azioni di volontariato etc., con l’auspicio che tale movimento globale possa presto essere riconosciuto ufficialmente anche delle Nazioni Unite.

In Italia, il World Kindness  Day  si festeggia solo dal 2000 e dal 2001 possiede anche un proprio Movimento nazionale (il Mig), nato a Parma (ma ora con sede a Palermo)  che  – con il motto “ La gentilezza è rivoluzionaria” –  promuove e tutela la diffusione di questo nobile sentimento.

Quest’anno, poi,  –  coordinato proprio dal MIG– è nato ,infine,  l’OIGEC, il primo Osservatorio italiano della gentilezza e del comportamento,  con sede a Palermo e diretto dall’attivista Natalia Re. Gli obiettivi principali  dell’Osservatorio sono quelli di realizzare progetti di ricerca multidisciplinari sul valore sociale, ambientale ed economico della gentilezza , tentando di analizzare gli effetti reali della gentilezza sulla nostra società contemporanea. Ad esempio su come la gentilezza possa contribuire a  realizzare un’ ecosistema più sostenibile, su come essa possa  contribuire all’aumento del PIL ed  in che modo un’ ecosistema più gentile possa  influenzare la  produzione della  ricchezza di una nazione. Così come l’osservatorio si pone come obiettivo, anche quello  di indagare su come la gentilezza possa contribuire a riabilitare ed a reinserire nella società coloro che ne sono ai margini, come ad esempio i detenuti delle carceri. In linea con il World Kindness Movement  di Tokyo ed ispirate al Global Goal 11 dell’Agenda 2030 – che mira a rafforzare il patrimonio culturale e naturale mondiali con la realizzazione di città e territori inclusivi – il movimento italiano della gentilezza ha, infatti,  4 linee guida con cui indirizza il proprio operato : Sanità, Giustizia, Urbanità Sostenibile ed Uguaglianza Globale.

Natalia Re, Presidentessa del Movimento Italiano per la Gentilezza (MIG)

«Siamo abituati a pensare alla gentilezza come a un elemento accessorio, in realtà dovremmo rivendicarne il diritto», spiega la presidentessa  Re. «Nel concetto di gentilezza,  risiedono le basi del vivere comune, il rispetto dell’altro, delle differenze e delle leggi dello Stato. La gentilezza è lo strumento che ci aiuta a vivere e interagire con il prossimo in maniera virtuosa. Abbiamo voluto che l’indirizzo dell’Osservatorio avesse una direzione chiara e si muovesse per contribuire alla costruzione di una società più giusta, se infatti oggi empiricamente possiamo riconoscere il potere della gentilezza nella creazione di comunità più sostenibili, con il nostro progetto vogliamo fornire a chi ha il compito di decidere e alle amministrazioni, dei dati tangibili che possano essere di supporto nelle scelte quotidiane».

Il manifesto del Movimento – che come visto ha come scopo principale la disponibilità verso il prossimo e la sua accettazione, ma anche il rispetto per l’ambiente –  è stato poi diffuso e rilanciato insieme a un decalogo che – in 10 punti – detta  i passi necessari  per diffondere la gentilezza tra le persone. 

Il decalogo recita così:

 La Gentilezza è una carezza

1. Sorridi, comunica gioia e restituisci umanità.
2. Porgi la mano, che la stretta sia forza per chi entra in contatto con te.
3. Impara ad ascoltare, ognuno porta con sé il proprio vissuto.
4. Pratica l’arte della conversazione, ma con pacatezza.
5. Opera con amore, il cuore svela sempre chi siamo.
6. Fatti sempre guidare dalla volontà di superare gli ostacoli.
7. Rispetta le diversità.
8. Comunica e trasmetti il sapere.
9. Presta attenzione e cura.
10. Sii gentile, portatore di speranza e di benessere psicofisico.

 “vive ciò che curiamo, non solo ciò che seminiamo”.

Per quanto tutto ciò possa sembrare stucchevole e possa far storcere il naso ad alcuni, in realtà, queste semplici 10 regole dovrebbero essere la normale base del saper vivere comune. Ci domandiamo però se abbiamo davvero bisogno di una giornata mondiale della gentilezza per ricordarci di essere gentili verso il nostro prossimo e se la gentilezza possa davvero  educare e mutare anche gli animi più duri ed insensibili,  migliorando il mondo.

Per rispondere a queste domande, iniziamo riflettendo per prima cosa sull’origine del termine gentile. Secondo l’Enciclopedia Treccani, il termine gentile – che deriva dal latino – in epoca romana indicava colui che apparteneva ad una gens, cioè ad una famiglia di nobile lignaggio. Solo nel corso dei secoli, grazie agli Stilnovisti, la gentilezza iniziò ad assumere una diversa connotazione, e ad essere utilizzata  per indicare la nobiltà d’animo acquisita con l’esercizio della virtù e con l’elevatezza dei sentimenti e non più l’appartenenza ad una qualche classe aristocrazia.  Tale connotazione di  bontà d’animo si è poi cristallizzata nel tempo, indicando la qualità propria di chi è gentile sia nei modi che in senso morale, quindi, d’animodi costumi e di sentimenti. Ma anche e soprattutto  l’amabilità, il garbo e la cortesia nel trattare gli altri. Sinonimi moderni di gentilezza sono, poi,  diventati  termini quali l’ empatia e la solidarietà, indicando non solo la capacità di chi è gentile di saper sentire, vedere e comprendere gli altri nei propri sentimenti e bisogni, ma anche nell’imparare a prendersene cura. Ciò, a dimostrazione di come la gentilezza, non sia prerogativa di pochi, ma possa essere davvero alla portata di tutti se solo si trova il coraggio di metterla in pratica.

Come sostenuto dal Movimento italiano della Gentilezza, infatti,  la gentilezza è un atto rivoluzionario perché  come affermava Madre Teresa di Calcutta   seppur breve e facile da compiere, è un ‘eco eterna.  Essa ,infatti, non è mai fine a sé stessa, ma genera altra gentilezza , creando una rete infinita che tiene collegate tra di loro le persone nel mondo, ricordandoci  non solo l’importanza dei rapporti umani, ma anche come poter vivere meglio con sé stessi e con gli altri. 

A riprova di ciò, molti studi scientifici hanno  dimostrato come la Gentilezza non sia  solo un dono verso chi la riceve, ma è una vera è propria panacea contro tutti i mali per chi la pratica.

 Uno studio pubblicato diversi anni fa sull’International Journal of Psychophysiology ha, infatti  scoperto che chi pratica volontariato ed è più gentile verso il prossimo  possiede più autostima,  soffre meno lo stress e  possiede una migliore pressione sanguigna. Studio  confermato e ampliato, poi, anche dal National Institute of aging di Baltimora  che ha ribadito come l’essere cortesi e ben disposti verso gli altri diminuisca le probabilità di essere colpiti da ictus o da infarto.  Inoltre, essere gentili dà proprio un vero stato di benessere sia  con noi stessi che  con il mondo, come è stato osservato da due psicologi della  University of British Columbia  che hanno  sottolineato come la gentilezza possa fortemente contribuire ad alleviare l’ansia sociale. Questo  perché – come scoperto da  una ricerca dell’Università di Harvard  – donare  qualcosa agli altri  genera in noi  alti livelli di dopamina, cioè  l’ormone della felicità. Inoltre,  un’ulteriore  studio a dell’Università della California ha  dimostrato che compiere cinque gesti di generosità ed altruismo al giorno aiutino a contrastare la depressione ed a  ritrovare l’ottimismo. Ottimismo che, infine, secondo l’American Journal of Physiology aiuta non solo a ridurre i radicali liberi, ma anche  le infiammazioni, cause principali dell’invecchiamento.

Insomma, essere gentili fa proprio bene fisicamente e psicologicamente, oltre che all’anima.

Ragion per cui, se una giornata mondiale della Gentilezza  –fra l’arrivismo, lo stress ed il menefreghismo che imperano ai giorni nostri – serve a farci fermare  e ricordare che oltre noi esistono anche gli altri e che vederli e curarli equivale a vedere e curare noi stessi,  a migliorare e a cambiare le nostre abitudini, ad abbattere barriere e differenze fra gli uomini, ad unirci e a renderci  tutti fratelli, migliorando il mondo: Ben venga una giornata mondiale della gentilezza! 

Parafrasando il Mahatma  Gandhi ,che con la sua lotta non violenta cercò di apportare una rivoluzione gentile che salvaguardasse le sorti dell’umanità:

“Quando la misura e la gentilezza si aggiungono alla forza, quest’ultima diventa irresistibile. Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”.

Con questo motto e con  l’augurio che tutti noi possiamo ogni giorno allenarci e praticare atti disinteressati di pura e rivoluzionaria gentilezza, vi lasciamo con tre piccoli doni gentili che possano esservi di ispirazione:

1 Il libro di Bernardette Russell, Le Regole della Gentilezza che propone ogni giorno  un gesto gentile attraverso cui cambiare il Mondo;

2 I giochi della gentilezza che educano bambini e ragazzi ad avere più  a cuore gli altri;

3 Color your world with  Kindness , il video che  spiega come un semplice gesto possa dare il via all’immenso potere della gentilezza!

Che la gentilezza vi accompagni, vi scaldi il cuore e vi guidi sapientemente  lungo tutto il vostro cammino!

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