Deaf Republic, la forza di Kaminsky

Deaf Republic racconta la storia dell’oppressione e dell’occupazione militare violenta della città universale di Vasenka, ma soprattutto racconta la storia della resistenza ostinata e disperata dei suoi cittadini. Ilya Kaminsky, nato in Ucraina alla fine degli anni ‘70, scrive e pubblica Deaf Republic in America nel 2019: la sua narrazione rappresentava una realtà allora e continua, purtroppo, a rappresentarla ancora oggi, più viva nella nostra quotidianità.

Cos’è la Deaf Republic

Deaf Republic si apre con dei versi che potrebbero, e dovrebbero, far parte delle antologie scolastiche di tutte le scuole in tutte le parti del globo terracqueo: 

 

We lived happily during the war 

And when they bombed other people’s 

houses, we protested 

but non enough, we opposed them but not enough. 

I was in my bed, around my bed America

was falling: invisible house by invisible 

house by invisible house – 

I took a chair outside and watched the sun.

In the sixth month 

of a disastrous reign in the house of money 

in the street of money in the city of money in the country of money, 

our great country of money, we (forgive us)

lived happily during the war.

tratto da We lived happily during the war

Noi vivevamo felici durante la guerra

E quando bombardavano le case degli altri,

noi protestavamo ma non abbastanza, 

facevamo opposizione ma non abbastanza.

Io ero a letto, intorno al mio letto l’America

cadeva: casa invisibile dopo casa invisibile dopo casa invisibile –

Portai fuori una sedia e osservai il sole.

Nel sesto mese di un regno disastroso nella casa del denaro

nella strada del denaro nella città del denaro nel paese del denaro,

il nostro grande paese del denaro, noi (perdonateci)

vivevamo felici durante la guerra.


trad. di Giulia Sensi

 

Immediatamente, la narrazione diventa azione e Kaminsky utilizza lo strumento drammatico per organizzare il suo lavoro: dopo la presentazione delle Dramatis Personae (i soldati e il popolo di Vasenka), il racconto si divide in due atti nei quali la violenza, la prevaricazione e gli abusi, di fatto personificati, sono, a tutti gli effetti, co-protagonisti insieme al popolo di Vasenka:

SOLDIERS arrive in Vasenka to “protect our freedom”, speaking a language no one understands.

 

tratto da Dramatis Personae

SOLDATI arrivano a Vasenka per “difendere la nostra libertà”, parlano una lingua che nessuno capisce.

Deaf Republic è anzitutto un luogo immaginario ma vivo, dove si trova la città universale e distopica di Vasenka, al cui interno convive una dicotomia ideologica: l’universo ex-sovietico mischiato a quello americano. Vasenka subisce l’occupazione militare coatta, in un momento storico indefinito, che contiene e riguarda tutti i momenti storici simili. Ed è a questo punto che, durante una protesta di paese, i soldati, nel tentativo di sedarla, uccidono Petya, un ragazzo sordo. 

Lo sparo sarà l’ultimo suono udito dalla popolazione di Vasenka:

When Petya, the deaf boy in the front row, sneezes, the Sergeant puppet collapses, shrieking. He stands up again, snorts, shakes his fist at the laughing audience. 

[…]

Everyone freezes except Petya, who keeps giggling. Someone claps a hand over his mouth. The Sergeant turns toward the boy, raising his finger. 

You! 

You! the puppet raises a finger. 

Sonya watches her puppet, the puppet watches the Sergeant, the Sergeant watches Sonya and Alfonso, but the rest of us watch Petya lean back, gather all the spit in his throat, and launch it at the Sergeant. 

 

The sound we do not hear lifts the gulls off the water.

 

tratto da Gunshot

“Quando Petya, il bambino sordo della prima fila, starnutisce, il burattino sergente crolla a terra con un urlo. Si rialza, sbuffa, scuote il pugno verso il pubblico che ride.

[…]

Tutti si bloccano tranne Petya, che continua a ridacchiare. Qualcuno gli schiaffa una mano sulla bocca. Il Sergente, con il dito alzato, si volta verso il ragazzo

Tu!

Tu! il burattino alza un dito.

Sonya guarda il suo burattino, il burattino guarda il Sergente, il Sergente guarda Sonya e Alfonso, ma il resto di noi guarda Petya che si piega all’indietro, raccoglie tutto lo sputo che ha in gola, e lo lancia verso il Sergente.

Il suono che noi non sentiamo fa alzare in volo i gabbiani dall’acqua.

Ilya Kaminsky reading his poems

La cittadina di Vasenka cade da questo momento e precipita in una vera e propria sordità collettiva, che rappresenta, insieme all’invenzione di un linguaggio dei segni, un atto di ribellione pacifico e di resistenza silenziosa della popolazione al rumoroso oppressore:

Our country woke up next morning and refused to hear soldiers. 

In the name of Petya, we refuse. 

[…]

Our hearing doesn’t weaken, but something silent in us strengthens. 

[…]

In the ears of the town, snow falls.


tratto da Deafness, as Insurgency, begins

La mattina dopo il nostro paese si svegliò e si rifiutò di sentire i soldati.

Nel nome di Petya, noi rifiutiamo.

[…]

Il nostro udito non diminuisce, ma qualcosa di silenzioso si rafforza in noi.

[…]

Nelle orecchie della città, cade la neve.

Dramatis personae: teatro di guerra

L’atto di guerra si incastra inevitabilmente e irrimediabilmente con le vicende personali del popolo di Vasenka: Sonya e Alfonso, da poco sposi, sulle labbra ancora il ricordo del giorno del matrimonio, la promessa di un futuro: 

Yes, I bought you a wedding dress big enough for the two of us

and in the taxi home 

we kissed a coin from your mouth to mine. 

 

[…]

 

You are two fingers more beautiful than any other woman – 

I am not a poet, Sonya, 

I want to live in your hair.

 

tratto da Of wedding before the War 

Sì, ti ho comprato un abito da sposa grande abbastanza per tutti e due

e nel taxi verso casa

abbiamo baciato una moneta dalla tua bocca alla mia.

[…]

Sei due dita più bella di qualsiasi altra donna –

Non sono un poeta, Sonya,

voglio vivere nei tuoi capelli.

 

E ancora, con palpabile amarezza:

You step out of the shower and the entire

nation calms – 

 

a drop of lemon-egg shampoo, 

you smell like bees, 

 

a brief kiss, 

I don’t know anything about you – except 

the spray of freckles on your shoulder!

 

tratto da Still Newlyweds

Esci dalla doccia e l’intera nazione si calma –

una goccia di shampoo all’uovo e limone,

e odori di api,

un bacetto,

non so niente di te – tranne la manciata di lentiggini sulle tue spalle!

Ma Sonya, sposa novella, è anche incinta e la gioia della nascita, pur essendo circondati dalla miseria umana, dona speranza, concede un momento di luce. Vita e morte si scambiano la scena:

You arrive at noon, little daughter, weighing only six pounds.

[…] In the nursery, quiet hisses like a match dropped in water.

 

tratto da Arrival 

Tu arrivi a mezzogiorno, piccola mia, e pesi poco più di due chili e mezzo.

[…] Nella cameretta, il silenzio sfrigola come un fiammifero buttato nell’acqua.

E, subito dopo, una domanda spacca la narrazione:

What is a child?

A quiet between two bombardments.


tratto da Question

Cos’è una bambina?


Una pausa tra due bombardamenti.

La quotidianità è fatta di strade bombardate e di assenza di futuro, e Kaminsky evoca delle immagini nitide che ci portano direttamente in loco, spettatori attoniti e inermi:

Morning. 

In a bombed-out street, wind moves the lips of a politician on a poster. Inside, the child Sonya named Anushka suckles. Not sleeping, Alfonso touches his wife’s nipple, pulls to his lips a pearl of milk.

 

tratto da A dog sniffs 

Mattino.

In una strada bombardata, il vento muove le labbra di un politico su un manifesto. In casa, Sonya allatta la bimba che ha chiamato Anushka. Alfonso non dorme, tocca il capezzolo della moglie, succhia una perla di latte.

Sonya e Alfonso non riusciranno a sopravvivere al primo atto della tragedia. Orfana, Anushka, verrà accudita, nel secondo “atto” drammatico, da un nuovo protagonista di Vasenka: Momma Galya Armolinskaya. 

Galya viene introdotta dal coro di cittadini: 

Momma Galya Armolinskaya, 53, is having more sex than any of us. 

When she walks across the balcony

 

a soldier oh stands up, 

another stands, 

then the whole battalion. 

 

[…]

 

Galya Armolinskaya, the luckiest woman in our nation!

Your iron bicycle tearing with bright

whiskey anthems

through an advancing rank of soldiers into

 

daylight. You pedal barefoot wearing just

shorts.

 

tratto da Townspeople speak of Galya on her green bicycle 

Momma Galya Armolinskaya, 53, fa più sesso di tutti noi.


Quando attraversa il balcone


un soldato oh si alza in piedi,


se ne alza un altro,


poi l’intero battaglione.


[…]

Galya Armolinskaya, la donna più fortunata della nostra nazione!


La tua bicicletta di ferro si fa strada


con vividi inni al whisky


verso la luce del giorno
in mezzo a una truppa
che avanza. 

Pedali scalza con indosso solo
un paio di shorts.

Momma Galya diviene simbolo di protesta, luce guida nel buio della guerra:

Momma Galya Armonilskaya, 

by the avenue’s wet walls, yells: 

Deafness isn’t an illness! It’s a sexual position!

 

A young soldier patrolling a curfew whispers, 

Galya Armolinskaya, yes, Galya Armolinskaya

whipped a Lieutenant with the leash of his own patrol dog

and there were thirty-two persons watching 

(for a baker insisted on bringing his sons). 

 

[…] In a time of war

 

she teaches us how to open the door 

and walk

through 

which is the true curriculum of schools.

 

tratto da When Momma Galya first protested 

Momma Galya Armolinskaya,


dai muri bagnati del viale, urla


La sordità non è una malattia! È una posizione sessuale!


Un giovane soldato di pattuglia al coprifuoco
sussurra,


Galya Armolinskaya, sì, Galya Armolinskaya


ha frustato un luogotenente col guinzaglio del cane della propria pattuglia
e a guardare c’erano trentadue persone

(dato che un fornaio ha insistito per portare i figli).


[…] In tempo di guerra
lei ci insegna ad aprire la porta
entrare
e uscire
che è il vero curriculum delle scuole.

Momma Galya è colei che sprona alla resistenza, dunque: proprietaria del teatro di burattini dove, insieme alle sue compagne burattinaie, attira i soldati con l’inganno per poi ucciderli dietro le quinte; colei che si fa promulgatrice dell’atto di ribellione silenzioso e che insegna, complice la notte, il linguaggio dei segni, simbolo della battaglia: 

Behind the curtains of the theatre, a puppeteer glides her lips over the soldier Ivanoff’s penis. […] Beautiful are the women of Vasenka, beautiful. When she licks the palm of his hand, he laughs. When finally he passes out, she strangles him with a puppet-string. As the soldiers lined up downstairs raise a toast to Momma Galya, they don’t see the puppeteers drag the body out back.

 

tratto da Galya’s Puppeteers 

Dietro il sipario del teatro, una burattinaia sfiora con le labbra il pene del soldato Ivanoff. […] Belle sono le donne di Vasenka, belle. Quando lei gli lecca il palmo della mano, lui ride. Quando finalmente lui perde conoscenza, lei lo strangola con un cordino dei burattini. Mentre i soldati in fila al piano di sotto fanno un brindisi a Momma Galya, non vedono le burattinaie che trascinano il corpo fuori sul retro.

L’urgenza della resistenza

Deaf Republic è un libro necessario, non solo in questo tremendo momento storico. Deaf Republic è una dichiarazione di appartenenza alla congrega umana, che ognuno di noi dovrebbe sottoscrivere.

Deaf Republic è un libro irrinunciabile, che consiglio senza restrizioni a tutti: Ilya Kaminsky, tramite la sua unica sensibilità poetica e l’uso poco canonico della struttura drammatica, ci conduce in un mondo duro, dove un gesto può condurre ad una condanna a morte, ma, nello stesso mondo, il medesimo gesto può costituire un generoso atto di ribellione. Questa dovrebbe essere una riflessione ricorrente e, dovremmo inoltre ricordare che la guerra non è iniziata il 24 febbraio 2022, ma in alcuni luoghi del mondo non si è mai fermata. 

Fonti consultate

Kaminsky. Ilya. 2019. “Deaf Republic“. Faber.

Kaminsky. Ilya. and Sensi. Giorgia. 2021. “Repubblica sorda“. La nave di Teseo. 

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