Nel giugno del 1948 l’Unione Sovietica, che ai tempi della Guerra fredda si occupava dell’amministrazione della parte orientale della città di Berlino, chiuse all’accesso da parte degli alleati le sezioni amministrate da statunitensi, britannici e francesi. La città si trovava nella Germania est, a sua volta sotto controllo da parte dei sovietici; così facendo, pertanto, i sovietici avevano letteralmente isolato Berlino ovest, impedendo agli alleati di rifornirla. Per sopperire a ciò, venne organizzato il cosiddetto ponte aereo: centinaia di aeroplani, chiamati affettuosamente dalla popolazione locale Rosinenbomber (“bombardatori di uva passa”), atterravano quotidianamente nell’ormai dismesso aeroporto di Tempelhof per portare generi alimentari e per trasportare, ove necessario, i pazienti da curare altrove. Nonostante il blocco fosse stato interrotto dai sovietici già nel maggio 1949, il ponte continuò fino al 30 settembre 1949.
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