Una tentazione anni ’80: il cocktail di gamberi

Sono sempre eccitata al pensiero del venerdì – ti ecciti con poco, direte – ma mi vengono sempre una quantità infinita di idee su cosa preparare per l’aperitivo. Per esempio, ieri sera mentre lavoravo al prossimo editoriale, mi è venuta una voglia improvvisa di cocktail di gamberi. Ci credereste? L’emblema della cucina kitsch. Di cosa potrebbe mai parlare un editoriale per far venire a qualcuno voglia di gamberi. Be’, stavo scrivendo di mare.

A quel punto, ho pensato di fare delle ricerchine – mi piace fare sempre le cose come si deve – e ho persino trovato delle chicche interessanti: ad esempio, lo sapevate che è un piatto degli anni ‘60 e non degli ‘80, come crediamo in Italia? Vent’anni di ritardo, tutto regolare.

Negli anni del km zero e dello slow food, pensare al miscuglio fra ketchup e maionese e ai pacchi di gamberi argentini congelati ha mortificato la mia coscienza sociale. Così ho cercato di ripercorrere la salubre via del pane di segale e dei frutti dell’orto di casa. Potrei preparare dei salutari involtini di cavolo nero, ho pensato.
Ma più leggevo più scrivevo di mare più il pensiero dei gamberi affogati in un’impresentabile salsa rosa affollava la mia mente.

Allo fine non ho resistito: 

  1. Comprate un pacco di gamberetti (se la coscienza vi dà il tormento andate in pescheria), un tubo di maionese e uno di ketchup – i palati più raffinati aggiungeranno anche la salsa Worchestershire, la panna da cucina e il Cognac – e una testa di lattuga, per sgrassare
  2. Lessate i gamberi per pochissimi minuti, scolateli e fateli raffreddare. A parte mescolate la maionese con il ketchup e la salsa Worchestershire. Aggiungete il Cognac e la panna. 
  3. Tagliate finemente la lattuga e riponetela sul fondo di un altrettanto kitsch bicchiere Martini, adagiate sopra l’intruglio rosa ed infine i gamberi.

Avrete così ottenuto la vostra inflazionatissima ricetta kitsch anni ‘80.

Stappate la vostra Birra Pasì e cheers!

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