Il gatto nero e la fortuna

Il gatto nero ha un fascino senza tempo. Gli antichi Egizi lo scelsero per incarnare Bastet, dea della fertilità e della chiaroveggenza, e Iside, dea della notte, facendo di lui un animale caro alle divinità notturne e invisibile protettore.

Eppure i gatti neri, in alcuni Paesi, sono vittime di abbandono, mancata adozione o riti satanici: una stupida superstizione li considera simboli esoterici e portatori di malasorte – credenza nata nel Medioevo cristiano. I gatti, animali notturni, capaci di vedere al buio e cari ai culti pagani, vennero associati a Satana – di cui il gatto nero era l’incarnazione – e da allora perseguitati e considerati compagni delle streghe. Inoltre, il gatto nero era presente sulle navi pirate turche che, giungendo sulle nostre coste, portavano scompiglio e terrore, originando la fama di portatori di guai dei piccoli felini.

A far da contraltare a tali ignobili credenze ci sono tanti Paesi asiatici, islamici, ed anglosassoni in cui il gatto nero è, invece, un portafortuna. In Scozia, l’arrivo di un gatto nero porta prosperità e molti pretendenti alla ragazza che lo possiede. Nei Paesi di mare, i marinai tengono a bordo un gatto nero per propiziarsi fortuna e ricchezza, mentre le loro mogli li tengono in casa a protezione dei mariti; si crede inoltre che accarezzare un gatto nero tre volte o tenerlo in casa elimini le energie negative portando benessere, soldi e amore.


A confermare la magia dei gatti neri sono del resto anche i proverbi popolari:
Se un gatto nero viene perduto, mille guai capiteranno alla famiglia
, e ancora Quando il gatto di casa è nero, la ragazza senza amore non resterà davvero.

Insomma, l’unica cosa che porta sfortuna è solo credere alla sfortuna!

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