Femminile plurale

Lasciatemi scoprire subito le carte in tavola: dobbiamo ammettere una volta e per sempre che questa storia dell’umanità è solo un’insulsa favoletta; non siamo sempre stati umani, non lo siamo tuttora. 

Pensateci… Cosa sta succedendo nel mondo, adesso, hic et nunc, mentre cianciamo? Potreste forse dire che siamo dei venerabili esponenti della congrega umana?

Il fenomeno di gran lunga più rappresentativo del decadimento e del depauperamento sociale e spirituale è l’invasione di populiste forze conservatrici e parareligiose. Questi eleganti signori lavorano sine requie per il reinserimento dell’uomo nei paradigmi della legge naturale e del rigore morale. Quali siano le accezioni di legge naturale e di rigore morale di cui parlano possiamo facilmente e pragmaticamente immaginarlo. Coadiuvati dal motto Tolleranza zero”, se ne vanno in giro abbigliati da giusnaturalisti a propinare teorie contro i reazionari – di fatto gli eterogenei esponenti del popolo libero. Ignorano – anzi perpetuano, con la sempreverde tecnica del silenzio-assenso – atti di violenza umanista-patriarcale di cui, ad esempio, la violenza di genere – sì, si fa riferimento non solo alle donne – è uno dei più meschini. 

Collage di Nina Santoro

Mi piacerebbe poter fornire adesso i dati ISTAT riguardanti la violenza di genere e i femminicidi, ma, a quanto pare l’Italia è in fondo alle classifiche – che novità – quanto a raccolta dati. Possiamo tuttavia affermare con certezza che la violenza di genere in Italia è purtroppo ancora largamente diffusa e una persona su tre ne è vittima. Tra i dati disponibili vi sono quelli raccolti dalla Direzione centrale di polizia criminale che sottolineano la frequenza con cui sono state denunciate le violenze nel 2021, con una media di 11 tra stupri e abusi al giorno, e più di 300 nuovi fascicoli di casi di violenza ogni mese.
Alcuni dati forniti dall’ISTAT riguardano informazioni sulle richieste di aiuto al numero di pubblica utilità 1522, istituito come sostegno contro la violenza sulle donne e lo stalking.

Senza voler dare brillanti idee ai debosciati, ricordo che la violenza di genere riguarda tutte le declinazioni della violenza: psicologica e fisica e sessuale ed economica, ma anche lo stalking, atto persecutore per antonomasia, fino allo stupro e al femminicidio. Tutte queste becere esternazioni dell’essere umano discriminano principalmente le persone in base al sesso.
Quale ruolo ha la legge italiana ed europea nella salvaguardia delle vittime di questo fenomeno?

Il 25 ottobre 2012 il Parlamento europeo con la direttiva 2012/29/UE istituisce le norme minime in materia di diritti, assistenza e protezione delle vittime di reato, ma è di fatto la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica, comunemente nota come Convenzione di Istanbul, ratificata dall’Italia il 27 giugno 2013, a dettare legge in questo campo.

Logo della Convenzione di Istanbul

La Convenzione di cui sopra si inquadra nel filone di sviluppi normativi e della prassi internazionale maturato nei sistemi di tutela dei diritti umani: tant’è che il gender-sensitive approach adottato nella redazione del documento considera anche gravi e sistematiche violenza subite tipicamente o esclusivamente dalle donne, come ad esempio matrimoni forzati, mutilazioni genitali, gravidanze forzate, schiavitù sessuale.

Nella tutela dei diritti umani gender-sensitive si inserisce una delle più imponenti proteste della storia delle donne in Iran, che dal 16 settembre di quest’anno, ha sconvolto l’universo persiano. La morte della 22enne Mahsa Amini, uccisa dalla polizia religiosa iraniana per non aver indossato correttamente l’hijab, ha dato inizio a numerosissime proteste in Iran, e nel mondo, sostenute dalla richiesta di un’indagine sulla morte della giovane. 

Mahsa Amini – collage di Nina Santoro

Le giovanissime donne che guidano la rivolta, rischiando ogni giorno la vita, manifestano contro le rigide regole di abbigliamento imposte da una legge del 1979 dall’Ayatollah Khomeini. A seguito della rivoluzione islamica, le autorità del Paese hanno imposto un codice di abbigliamento obbligatorio, che obbliga tutte le donne ad indossare il velo in pubblico. Le Gasht-e Ershad – pattuglie di orientamento o polizia morale – ha il compito di assicurarsi che le donne si abbiglino correttamente

Le iraniane si tagliano i capelli in segno di lutto e di ribellione – gesto che ha ricevuto la solidarietà delle donne di tutto il mondo. 

Tornando alle violenze di genere: cosa possiamo fare? Come possono queste vittime di violenza tutelarsi?

In Italia e in Europa, esistono numerosissime associazioni a cui ci si può rivolgere. Uno dei progetti più interessanti in cui mi sono imbattuta, riguarda la formazione di figure professionali: Never Again è un progetto finanziato dall’Unione europea che vuole una risposta dal sistema al fenomeno della vittimizzazione secondaria, attuando un modello di formazione per forze dell’ordine, avvocati e magistrati. 

Un movimento di respiro più internazionale​ è il movimento Me Too, espressione usata per la prima volta dall’attivista femminista Tarana Burke, prima di diventare un hashtag condiviso da milioni di persone. Me too  è un movimento femminista che lotta contro le violenze sessuali e la violenza di genere, che si è diffuso inizio dopo le accuse di violenza sessuale contro il produttore cinematografico Harvey Weinstein.

Non è vero che dietro ogni grande uomo, c’è sempre una grande donna. Davanti, sempre, plurali. 

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