Cosa sei disposto a fare pur di lavorare?

Lo stipendio per un operatore di sala (leggasi cameriere) o barista nella capitale
italica varia dai 1000 ai 1400€. Una figura come commì di sala arriva a prendere massimo
22000€ l’anno lordi (Offerte di lavoro – Adesso, Roma, Lazio – 18 aprile 2024 | Indeed.com).
Non voglio stare a quantificare quanto di queste modeste cifre l’erario fagocita tra imposte
dirette e indirette, ma lascerò al lettore il compito di trarre le somme.
A questo stipendio sommiamo una spesa d’affitto che parte dai 400€ per ben 25
lussuosi metri quadri di casa in provincia (Monolocali in affitto Roma – Immobiliare.it) escluse
spese, a cui si sommano le spese vive come abbonamento bus (21€ mensili se fai l’annuale
Biglietti e abbonamenti – atac.roma.it), luce e gas (circa 120€ Migliori Offerte Luce: le tariffe
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, esclusi riscaldamenti invernali), telefono/internet (in media
20-30€ se riesci a barcamenarti tra le mille offerte e contratti Offerte Fibra Ottica: confronta
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) e cibo (se proprio devi, insomma!).
Lo scenario è questo: hai tra i 18 ed i 25 anni, vivi in una casa in cui il cesso è
adiacente al piano cottura ed il letto (una comodità al mattino), guadagni 1000€ lordi al mese
e sei felice perché tu almeno ce l’hai un lavoro!
Saremmo disposti a tutto pur di giustificare la nostra esistenza associandola ad una
qualche utilità o produttività o ad un titolo, nella posizione più antitetica possibile rispetto a
quella professata da Tyler Durden. Perché il lavoro nobilita l’uomo e perché non c’è
alternativa
o perché l’alternativa è finire in strada. Un misto tra pressione culturale e sociale
(1) che ti spinge ad andare avanti a testa bassa tra gavette, esperienza ed un mercato del
lavoro che stritola la gente al grido se non lo fai tu, lo farà qualcuno più disperato di te (2) e
non rinnova i salari dal 1980 (3,4).
Poi pensi alle iniziative sociali come il reddito di cittadinanza e a quei brutti
mascalzoni che se ne approfittavano per stare sul divano (o fare due lavori? aspetta: non
ricordo più perché facesse schifo!) e ti inasprisci l’anima. Ma è così che le cose devono
andare: le furbescherie vanno tutte punite, devastate ed estirpate dalla radice, no? A meno
che tu non sia un impresario, un impiegato pubblico, un politico, un sacerdote o un
commerciante… In tal caso va tutto bene.
La pacchia è finita: tocca lavurà! Riformulo meglio: “tocca partecipare a processi
produttivi in cui svaluti le esigue ore rimanenti della tua vita per arricchire qualcuno che ha
avuto l’ardore di metter su un’impresa quando le cose erano più facili per poter
”.
Le sentite? sono le grida dei boomer che indignati e sdegnati sostengono di aver
faticato più di tutti ed aver sudato sangue. Lasciateli fare: non vivranno ancora a lungo per
vedere il silenzioso cambiamento. Sono gli stessi che se oggi perdessero il lavoro (e capita
anche a persone più o meno illustri – A 60 anni senza lavoro né pensione: “Sono un’esodata,
un fantasma”
) andrebbero a piangere in un angolo della strada accanendosi con
l’immigrato di turno al grido dio patria famiglia e proprietà.

Tra quiet quitting (fare il minimo indispensabile perché tanto la carriera non esiste), il
ritorno ad una vita rurale (cioè sfuggire alle speculazioni edilizie e finanziarie) e
doomscrolling sui social media, la nostra generazione freme, piange, attende, stringe i denti
in un nevrotico bruxismo che non ti abbandona nemmeno di notte. Ma presto, più presto di
quel che si possa pensare, tutti questi pugni chiusi smetteranno, volenti o nolenti, di
comprare. Ridurranno i consumi e si abitueranno così bene che non resterà che stare in
piedi a guardare.

Bibliography

  1. Ullah P, Banks M, Warr P. Social support, social pressures and psychological distress
    during unemployment. Psychol Med. 1985 May;15(2):283–95.
  2. Albert C. The Labor Market Impact of Immigration: Job Creation versus Job
    Competition. American Economic Journal: Macroeconomics. 2021 Jan 1;13(1):35–78.
  3. Muysken J, Weel BT. Overeducation, job competition and unemployment. 1999;
  4. Belfield C. NEPC Review: Public Education at a Crossroads: A Comprehensive Look at
    K-12 Resources and. 2024;

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